I Migliori Momenti del 2023

La stagione è finita e anche quest’anno i nostri bilanci cominciano con i 10 Migliori Momenti del 2023. Come ogni anno, in questo periodo inizia la nostra rassegna della stagione appena conclusa e partiamo proponendovi le corse che ci hanno colpito maggiormente. Un ranking collettivo,  costruito al termine di un lungo confronto interno alla nostra redazione. Nel corso di questa settimana andremo così a proporvi, giorno dopo giorno, le corse che ci hanno maggiormente emozionato e appassionato nel corso dell’anno. Un appuntamento quotidiano che ci condurrà progressivamente fino alla prima posizione nella serata di domenica. Il giorno successivo, una volta presentata la nostra top 10, vi chiederemo – tramite sondaggio dedicato – di dirci la vostra opinione riguardo le dieci corse che vi abbiamo proposto, così da scoprire se le nostre impressioni saranno corrisposte anche dalle vostre.

1: Prova in linea Mondiali Glasgow

Un circuito più duro del previsto crea una battaglia che resterà sicuramente nella memoria collettiva degli appassionati di ciclismo. La bagarre inizia infatti già oltre cento chilometri dalla conclusione, con una prima selezione che non tarda a diventare sempre più esclusiva quando Mathieu Van Der Poel piazza una prima accelerazione davvero decisa a 73 chilometri dalla conclusione. Seguito da tutti i grandi rivali, il neerlandese rifiata lasciando spazio a un bel tentativo di Alberto Bettiol, che resta da solo in testa per una ventina di chilometri prima di essere ripreso e staccato dalla stoccata finale del fenomeno neerlandese. MVDP parte staccandosi di ruota con prepotenza Wout Van Aert, Tadej Pogacar e Mads Pedersen a 23 chilometri dalla conclusione, realizzando un meraviglioso assolo che lo vede guadagnare fino a sfiorare i due minuti malgrado anche una caduta in curva a causa dell’asfalto scivoloso. Distacchi di altri tempi quelli che infligge ai suoi rivali, costretti rapidamente a lottare per la seconda posizione, anche stavolta conquistata dall’eterno rivale, che nel finale stacca Pogacar e Pedersen, che in quest’ordine giungono dopo di lui al termine di una volata senza energie.

2: Giro delle Fiandre

Dopo il primo assalto nel 2022, fallito di poco, stavolta Tadej Pogacar si porta a casa il bottino grosso. Un successo costruito grazie ad un bel lavoro del team per lanciarlo, ma poi soprattutto con una tattica coraggiosa e generosa sugli strappi, dove sfianca progressivamente tutti gli avversari, riuscendo poi a restare da solo all’ultimo passaggio sul Vecchio Kwaremont, costringendo Mathieu Van Der Poel alla resa, impotente all’ennesima accelerazione dello sloveno, che aveva aperto le danze sempre sulla mitica salita già nella tornata precedente, a oltre 50 chilometri dal traguardo. Dietro di loro, dopo una corsa costantemente all’attacco provando ad anticipare e ultimo ad essere ripreso, Mads Pedersen chiude il podio davanti a un Wout Van Aert che inizialmente era riuscito a seguire le prime sfuriate, ma che si è poi dovuto arrendere al termine di una corsa sfiancante, vissuta a tutta sin dai primissimi chilometri.

3: Tappa 20 Giro d’Italia

Dopo tre settimane con poche emozioni, durante le quali i big hanno preferito centellinare le forze anche a causa del meteo inclemente, è la cronoscalata del durissimo Monte Lussari, penultima tappa del Giro d’Italia 2023, a decidere chi si porterà a casa il successo finale nel GT italiano. Alla vigilia della prova, che sui 18,6 chilometri in programma prevede 7300 metri di salita al 12,1% di pendenza media (con punta del 22%), in Maglia Rosa c’è Geraint Thomas, che deve difendere 26 secondi su un Primoz Roglic che, fino a quel momento, ha disputato un Giro senza particolari sussulti (anche a causa di qualche acciacco dovuto a un paio di cadute) e che punta tutto su questa giornata per provare a ribaltare la situazione. Al termine della prima parte della crono, sostanzialmente pianeggiante, il gallese sembra tuttavia riuscire a resistere all’assalto del portacolori della Jumbo-Visma, cedendo solo 3″ in undici chilometri, ma le cose cambiano sulle dure rampe della salita friulana, e lo sloveno, sospinto dal tifo dei tanti connazionali presenti, si porta a soli 10″ dal corridore della Ineos Grenadiers a 4300 metri dal traguardo. A quel punto, però, ecco accadere il colpo di scena potenzialmente decisivo: Roglic è vittima di un salto di catena che lo costringe a fermarsi per sistemare il problema e a perdere tempo prezioso; il 33enne tuttavia non si scompone e, aiutato da un meccanico e da un tifoso, che si rivelerà poi essere un suo ex compagno di salto sugli sci, riparte e ricomincia a erodere secondi su secondi a un Thomas che, al contrario, appare sempre più in difficoltà. Il verdetto giunge al traguardo: Roglic vince la tappa di 40″ sul gallese e si prende la Maglia Rosa per 14″, cosa che gli consente, il giorno successivo, di salire sul gradino più alto del podio di Roma e di conquistare così il quarto GT della sua carriera.

4: Parigi – Roubaix

Una corsa ricca di colpi di scena (e come potrebbe essere diversamente quando si mettono le ruote sulle difficili pietre dell’Inferno del Nord), ma che alla fine si conclude con un assolo di Mathieu van der Poel. La terza classica monumento dell’anno regala, infatti, uno spettacolo come non lo si vedeva da tempo, con Wout van Aert e Christophe Laporte che entrano in azione già a 100 chilometri dal traguardo, prima ancora di affrontare la temutissima Foresta di Arenberg. Con una situazione del genere la corsa non può che diventare estremamente selettiva, tra scatti, forature e cadute. Il tutto si decide, però, sul Carrefour de l’Arbre, quando davanti sono rimasti i più forti: van Aert, Mathieu van der Poel, Jasper Philipsen, John Degenkolb, Filippo Ganna, Mads Pedersen e Stefan Kung. Mentre un contatto tra Van der Poel e Degenkolb porta alla caduta del tedesco, van Aert prova a lanciarsi all’attacco, seguito proprio dal rivale di sempre. Una foratura costringe, però, il belga a desistere dalla sua azione e questo consente al neerlandese di involarsi in solitaria verso il velodromo di Roubaix: la festa in casa Alpecin – Decuninck è completata dal secondo posto di Jasper Philipsen su uno stremato Wout Van Aert, costretto dalla regola del velodromo a guardare impotente l’eterno rivale festeggiare.

 

5: Il Lombardia

L’ultima classica Monumento della stagione si conferma ancora una volta la più impegnativa. Da Como a Bergamo, infatti, le salite si susseguono senza sosta per i corridori, con l’ultima asperità (la salita della Boccola presa d’assalto dai tifosi di Thibaut Pinot) che si conclude a pochi chilometri dal traguardo. La prima parte di corsa fila via come previsto, con una lunga fuga da lontano che non impensierisce nessuno, e anche l’attacco di Ben Healy una volta entrati negli ultimi cento chilometri di giornata non sembra spaventare i big. Il gruppo arriva così ai piedi del Passo di Ganda con i favoriti oramai in rampa di lancio, pronti a giocarsi il successo. Il primo ad uscire dalla mischia è Remco Evenepoel, che ad inizio gara era stato vittima di una caduta, ma davanti non mancano gli scatti. Con Primoz Roglic e Tadej Pogacar che si marcano strettissimi, tra finte, piccole punzecchiature e brevi azione dimostrative, gli altri scalatori cercano di fare la differenza, osservati però molto attentamente da Andrea Bagioli, che spera di poter scollinare con loro per giocarsi le proprie carte. Senza nessuno in grado di fare il vuoto, scollinano così in sei, ma è qui che Pogacar si inventa l’ennesimo grande numero della sua carriera: lo sloveno, infatti, accelera in discesa e mentre gli altri si guardano si invola verso il successo finale. Il classe 1998 negli ultimi chilometri di corsa riesce, infatti, a domare anche i crampi, per poter vincere il suo terzo Lombardia consecutivo. Gli altri non possono che accontentarsi di giocarsi il secondo posto in una volata vinta da Bagioli su Roglic.

6: Milano-Sanremo

Nonostante la partenza spostata da Milano ad Abbiategrasso, la Classicissima di primavera non si snatura: ancora una volta, infatti, la prima Classica Monumento si rivela una lunga attesa di quello che potrà accadere sul Poggio, 3,7 km al 4% di pendenza media dove si accende la magia. E quest’anno la magia è assicurata da quattro fenomeni del ciclismo internazionale: il primo a scattare è, infatti, Tadej Pogacar, sul quale va a chiudere Filippo Ganna, portandosi dietro anche Mathieu van der Poel e Wout Van Aert. Una volta anestetizzato il tentativo del più scalatore dei quattro, tocca al neerlandese provare a muoversi: un attacco secco che gli permette di fare il vuoto. Il classe 1995 si regala, così, un adrenalico assolo di 5,5 chilometri che gli permette di alzare le braccia al cielo sul traguardo di via Roma, mentre l’azzurro va a prendersi il secondo posto con un’altra bella azione in solitaria e un po’ di amaro in bocca per una corsa che sarebbe potuta andare diversamente con un po’ di coraggio in più.

7: Tappa 13 Vuelta a España

La tredicesima tappa della Vuelta a Espana 2023 sarà ricordata come quella in cui la Jumbo – Visma ha messo le mani sull’intera corsa. Già dominatori della scena nella prima metà di corsa, con Sepp Kuss in Maglia Rossa e Jonas Vingegaard e Primoz Roglic in grande spolvero, infatti, i giallo-neri si preparavanoo alla sfida con Remco Evenepoel. Tuttavia, in quella che molti consideravano la tappa regina dell’intera corsa, il belga alza bandiera bianca: l’ex campione del mondo, infatti, si stacca dal gruppo dei migliori dopo una quarantina di chilometri dal via. Questa situazione ingolosisce un po’ tutte le squadre, che iniziano ad attaccare a più riprese, anche se l’arrivo, posto in cima al Col du Tourmalet, è ancora lontano. La Jumbo-Visma, però, non lascia scampo a nessuno e sulle dure rampe della salita transalpina domina la scena. Il primo a scattare è Jonas Vingegaard, ad otto chilometri dalla vetta: complici le marcature e la difesa dei compagni, il danese riesce a fare subito il vuoto, andando a prendersi la vittoria di tappa. L’unico in grado di recuperare qualcosa nei suoi confronti è proprio il compagno di squadra Sepp Kuss che, con una bella progressione nell’ultimo chilometro, riesce a dimezzare il gap e difendere la Maglia Rossa. A regolare il gruppo degli altri uomini di classifica è poi Primoz Roglic, per completare la tripletta Jumbo – Visma nell’ordine d’arrivo della tappa, ma anche in quello della classifica generale.

8: Tappa 14 Tour de France

Avete presente quando si dice che tra i due litiganti il terzo gode? Quanto successo nella quattordicesima tappa dell’ultimo Tour de France è stato l’esempio perfetto di questo detto. In una Grande Boucle quasi interamente monopolizzata dal duello tra Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar, infatti, sono stati in pochi a ritagliarsi qualche soddisfazione personale, ma tra questi c’è stato sicuramente Carlos Rodriguez. In una delle frazioni più impegnative dell’intera edizione con salite durissime da scalare e una tecnica discesa verso il traguardo di Morzine, il giovane iberico è riuscito a sfruttare al meglio la situazione tattica creatasi per andare a prendersi il successo di tappa, seguendo in seconda battuta la splendida battaglia fra i due grandi duellanti. Lungo l’ascesa al Col du Joux Plane, ultima salita di giornata, lo scontro diretto tra i primi due della classifica generale aveva fatto scivolare il portacolori della Ineos Grenadiers a quasi un minuto dalla testa della corsa. Quando lo sloveno e il danese non riescono a staccarsi a vicenda, però, iniziano una fase di studio, che nel falsopiano successivo al GPM permette ad Adam Yates e Rodriguez di rientrare; mentre il primo si mette a disposizione del compagno di squadra, l’altro si lancia con una folle azione in discesa che gli permette di accumulare quel piccolo vantaggio utile a presentarsi a braccia alzate in solitaria sul traguardo di Morzine.

9: Liegi – Bastogne – Liegi

Arrivato con il numero uno sulla schiena, Remco Evenepoel si conferma nella Doyenne con una splendida cavalcata solitaria. Il campione del mondo ha voluto onorare al massimo la sua maglia piazzando una accelerazione in due tempi sulla Redoute che ha lasciato solo le briciole agli avversari (tra i quali non c’era già più Tadej Pogacar, fermato da una sfortunata caduta mentre andava a caccia di una storica tripletta). Da quel momento è stato un assolo del leader della Soudal – QuickStep, che ha fatto valere le sue straordinarie doti al passo fino a concludere con oltre un minuto di vantaggio sui suoi avversari, mai apparsi in grado di impensierirlo una volta che il portento classe 2000 ha deciso di cambiare ritmo.

10: Amstel Gold Race

Le Ardenne si sono aperte nello splendido segno di Tadej Pogacar. Dopo il pavé lo sloveno approda alle corse a lui più congeniali e subito lascia il segno con una prestazione sontuosa, siglando un successo che lo consegna ulteriormente alla storia. Aperte le danze a 80 chilometri dal traguardo, il fenomeno della UAE Team Emirates si sbarazza progressivamente di tutti gli avversari, involandosi in solitaria a 30 chilometri dalla conclusione dopo una ulteriore sfuriata sul Keutenberg. Una galoppata che se non fosse per l’exploit di Ben Healy, unico a limitare i danni, lo vedrebbe concludere con oltre due minuti di vantaggio su tutti gli avversari…

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